È rivoluzione per le pensioni. Il governo Meloni ha deciso di cambiare tutto e aumentare gli assegni solo di alcuni italiani: ecco quali sono tutte le novità.
Negli ultimi mesi si è parlato tanto degli assegni pensionistici, con diversi annunci di aumenti in arrivo. Tuttavia, malgrado le numerose dichiarazioni, il cedolino è sempre rimesto lo stesso. Gli ultimi incrementi, infatti, si sono verificati nei mesi di gennaio e marzo, in seguito non si sono verificate altre variazioni tali da da portare ad aumenti dell’importo.
Nonostante questa situazione evidente, i media nazionali hanno continuato a parlare di aumenti delle pensioni, ma puntualmente i tanti pensionati che dovevano ritirare la stessa sono rimasti delusi dopo essersi resi conto che non era cambiato nulla dal mese precedente. La notizia positiva per molti ex lavoratori è che ci sarà un aumento di pensione nel mese di luglio per alcuni pensionati. Solo per una categoria gli importi saranno maggiorati.
Dunque, dopo mesi di proclami, finalmente alcuni pensionati potranno godersi l’aumento della pensione nel mese di luglio. Il pagamento della somma aggiuntiva, infatti, spetta solo a una categoria specifica che ha diritto all’incremento. Stiamo parlando della cosiddetta quattordicesima che spetta ai pensionati che hanno compiuto 64 anni e hanno un reddito al di sotto a due volte l’importo del trattamento minimo.
In pratica, è un aumento che nel caso più roseo potrebbe arrivare a 655 euro netti. In pratica è una somma che viene corrisposta dall’Inps a luglio o a dicembre di ogni mese: nel primo caso spetta a coloro che hanno già maturato i requisiti necessari per riceverla, mentre si rimanda a fine anno nel caso in cui i pensionati non abbiano maturato i requisiti essenziali.
Come anticipato, quindi, la condizione necessaria per avere il diritto all’aumento dell’assegno pensionistico è quella di aver compiuto 64 anni. Non spetta, però, sui trattamenti assistenziali come l’Assegno sociale o la pensione di invalidità civile come si vede con la tredicesima. Per quanto concerne l’importo, questo non è soggetto a rivalutazione ed è lo stesso dal 2017, ovvero dopo che c’è stato l’aggiornamento nel 2015.
I fattori che determinano il calcolo sono il reddito del pensionato, dove gli importi sono sicuramente più alti per coloro che non superano di 1,5 volte la somma dell’assegno minimo; gli anni di contributi e la gestione di appartenenza, dove le regole sono più agevoli per gli ex dipendenti.
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