Questa mattina mi sono svegliato ascoltando le dolci note di un incredibile cd musicale naturale dato alle stampe sul finire dello scorso anno: “Insanology”, di Boris Savoldelli.
Perché incredibile? Perché naturale? Perché suonato esclusivamente con la voce dell’artista bresciano, degno discepolo di Demetrio Stratos, secondo il quale gli strumenti musicali non sono altro che l’imitazione della voce umana.
Con una perfezione tecnica maniacale, molta ironia e il coraggio di mettere davanti a tutto la sua faccia, Boris crea un disco per niente modaiolo, ma non per questo noioso o da mettere nel polveroso scaffale dei cd d’avanguardia. Ad aiutarlo un bel gruppo tosto a partire dal chitarrista di culto Marc Ribot (amico e collaboratore di Waits, John Zorn e i Lounge Lizard, solo per fare tre nomi) presente in due brani, Mark Murphy, che ha regalato a Boris l’inedita “In the seventh year” e lo spirito di Jimi Hendrix per una cover spiazzante della sua “Crosstown traffic”.
Tra rock, jazz, funk ed echi latinoamericani si snoda un cd di un artista che non andrà mai a Sanremo, ma diventerà una star internazionale della musica di confine.
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